Un argomento di cui si sta parlando molto nell’ultimo periodo è il caso Turetta, ovvero la decisione delle sorti di Filippo Turetta, killer di Giulia Cecchettin, che intorno al novembre dell’anno scorso è stato indagato per omicidio, dopo che il corpo di Giulia è stato ritrovato defunto nella zona del lago di Barcis in provincia di Pordenone. Stando ai video ritrovati dalla procura, Turetta avrebbe aggredito e ferito a morte Giulia, prima di caricarla in macchina.
Quello di Giulia però non è stato un omicidio, bensì un femminicidio; infatti Turetta ha confessato all’interrogatorio di aver ucciso Giulia perché era intenzionata a lasciarlo. In un video uscito tempo fa, la ragazza rifiutava un regalo, un orsetto di peluche, che il fidanzato le stava donando; questo può sembrare un piccolo gesto, ma piccolezze come questa possono far scattare nell’uomo geloso e possessivo reazioni esagerate e spesso drammatiche, perché potrebbero portarlo a pensare che la donna non lo ami più, oppure che abbia qualcun altro. Giulia era infatti intenzionata a lasciarlo, perché si era resa conto fin da molto tempo prima che quella con Filippo Turetta non sarebbe stata una relazione sana.
Qualche giorno fa è, appunto, uscita la lista dei motivi che avevano spinto Giulia a voler lasciare Filippo: nella lista erano elencati motivi come: “ha sostenuto fosse mio dovere aiutarlo a studiare”, “ha idee strane sul farsi giustizia da soli per i tradimenti, alla tortura ecc.” o ancora “quando vuole dei rapporti, non posso non avere voglia, sennò diventa insistente” e “non accettava le mie uscite con le amiche”. Segnali del genere sarebbero da prendere come esempio da tutti, cercando di distinguere amore vero e gelosia/possessione.
Già dall’inizio Giulia aveva notato in lui comportamenti strani, e quando decide di lasciarlo, i due continuano a vedersi ancora. La sera dell’11 novembre i due ragazzi si sono incontrati, e alle 23 ci sono state le ultime testimonianze di Giulia, che aveva inviato un messaggio alla sorella. Nei giorni successivi le forze dell’ordine si misero a cercare l’auto di Turetta, e poco dopo uscì il video delle violenze commesse, che dapprima non fu reso pubblico. Sabato 18 venne ritrovato il corpo di Giulia avvolto in sacchi neri, e con i segni di parecchie coltellate. Turetta è stato poi ritrovato vicino a Lipsia, in Germania, che tentava di fuggire e venne arrestato. Dapprima ci fu un interrogatorio in cui lui dichiara di aver detto il falso.
Venerdì 25 ottobre 2024 c’è stato l’interrogatorio in aula per l’omicidio di Giulia Cecchettin, l’imputato Filippo Turetta, ha ricostruito la scena del delitto e ammesso di aver mentito durante il primo interrogatorio.
Naturalmente, Turetta rischia l’ergastolo per aver ucciso con 75 coltellate l’ex ragazza, ma la requisitoria vera e propria sarà il 25 novembre 2024.
Il 25 novembre 2024 si è tenuta la requisitoria alla Corte d’Assise a Venezia. L’avvocato di Federico Turetta, ha dichiarato, davanti ai giornalisti, che il reo accetterà l’ergastolo, ma, nonostante tutto, gli avvocati difensori tentano in tutti i modi di convincere la Corte Penale a non condannare all’ergastolo il
ventitreenne.
Gli avvocati hanno cercato di sgretolare l’accusa riferita alla crudeltà dell’omicidio (stiamo parlando di 75 coltellate sul corpo e volto della ragazza) poiché il colpevole ”colpisce alla cieca” e non come un serial killer che fa questo “lavoro” con precisione; il ragazzo ha colpito con impeto, in un momento di alterazione emotiva.
La seconda accusa è quella sullo stalking, che gli avvocati cercano di smentire specificando che la vittima dovrebbe avere paura dello stalker, ma, in effetti, Giulia non ce l’aveva, anzi, i ragazzi uscivano, andavano ai concerti e la ragazza non ha mai cambiato il suo stile di vita dopo aver rilevato questi comportamenti.
Alla fine la sentenza: << La Corte d’Assise di Venezia, escluse le aggravanti di aver agito con crudeltà e di aver commesso nei confronti della vittima atti persecutori… e lo condanna alla pena dell’ergastolo>>.
Gli hanno però riconosciuto il fatto di non aver agito con crudeltà e di non essere stato uno stalker, ma a causa dell’aggravante di premeditazione gli è costato l’ergastolo.
L’avvocato Stefano Tigani, che segue il caso assistendo Gino Cecchettin, il padre della vittima, ha commentato la sentenza: <<È la sentenza che francamente ci aspettavamo. Dal punto di vista risarcitorio la richiesta è stata soddisfatta. Nessuno vince oggi, ci saranno impugnazioni e dovremo combattere anche là.
Ma sono convinto che passeremo indenni ai prossimi gradi di giudizio>>.
Se dovesse essere confermato l’ergastolo, Turetta potrebbe comunque uscire tra ventisei anni.
Il padre della vittima, l’augurio: <<Penso che la violenza di genere non si combatta con le sentenze, bisogna fare un salto culturale, ci vuole più formazione, più rispetto, più benevolenza. Dovremmo fare di più come
esseri umani, in questo senso mi sento sconfitto>>.
Alice e Gaia
Fonti:
https://www.rainews.it/articoli/2024/11
https://www.fanpage.it/live/processo-filip
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