Il 4 gennaio di ogni anno si celebra il World Braille Day: la giornata internazionale del Braille, un sistema di scrittura che consente alle persone con disabilità visive, come la cecità, di poter comunicare. Il 4 gennaio non è ovviamente stato scelto a caso; infatti, è il giorno della nascita del suo inventore Louis Braille.

Si stima che al mondo ci siano circa 1,3 miliardi di persone con disabilità visive, di cui 37 milioni colpite da cecità totale; quindi, questo sistema, composto da svariate combinazioni di 6 puntini in rilievo, è essenziale a queste persone per essere integrate completamente nella rete sociale.
Ma come è nato questo linguaggio? La scrittura Braille prende il nome dal suo ideatore, il francese Louis Braille, che, in seguito ad un incidente nella bottega del padre, perse la vista dall’occhio sinistro, e poi anche del destro a soli 3 anni; venne mandato allora dai genitori all’Istituto dei ciechi di Parigi, dove si iniziò ad utilizzare, nel 1821, un criterio di lettura ideato da Barbier, capitano dell’armata francese durante le campagne belliche: era la scrittura notturna, un metodo utilizzato in quella circostanza per consentire ai soldati di comunicare tra loro anche di notte e in assenza di illuminazione. Questo tipo di scrittura si basava sui suoni, ed utilizzava 12 puntini in rilievo combinati tra loro. Da ciò, Braille dedusse che si sarebbe potuto sviluppare un sistema logico e razionale più semplice per lui e i suoi compagni. Allora, appena adolescente, ideò l’alfabeto composto da 6 puntini distanziati tra loro, che ricoprono un’area pari alla grandezza del polpastrello, che ancora oggi è rimasto pressoché invariato. Oltre che alla scrittura però, il Braille si estese anche alla matematica, alla scienza e alla musica. Il governo francese approvò questo metodo solo nel 1854, due anni dopo la morte del suo inventore, avvenuta si pensa per tubercolosi; infatti, inizialmente venne bandito dalle scuole e dalle istituzioni, ma poi se ne diffuse l’utilizzo. Divenne, infine, nel 1858, il sistema di riferimento di scrittura e lettura per i non vedenti in tutto il mondo, adattato a quasi tutte le lingue conosciute.
Come funziona esattamente? Ogni carattere è formato da una cella, composta a sua volta da 6 puntini disposti su 3 righe e 2 colonne, e ad ognuno di questi puntini corrisponde una precisa posizione. Esistono 64 combinazioni, che sono però insufficienti per rappresentare ogni carattere del linguaggio umano; perciò, si utilizzano alcuni gruppi di caratteri per indicare simboli grafici.

Info trovate su: Università vita-salute San Raffaele (https://www.unisr.it/news/2019/1/4-gennaio-giornata-mondiale-dellalfabeto-braille), Croce rossa italiana-comitato di Pisa (https://www.cripisa.it/giornate-internazionali/1565-4-gennaio-giornata-internazionale-dell-alfabeto-braille.html), Sky tg24 (https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/approfondimenti/braille-linguaggio).
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