Il ragazzo dai pantaloni rosa, film uscito il 7 novembre 2024 e diretto da Margherita Ferri, ha avuto un sorprendente successo, tanto da incassare 7,5 milioni di euro con un numero di spettatori pari a un milione ed essere nominato come il miglior film italiano dell’anno. Una produzione che ha saputo commuovere quanto inevitabilmente far riflettere in due ore che narrano una storia tragica, ma, purtroppo, verosimile. Sì, perché tutti abbiamo sentito almeno una volta nella nostra vita la parola “bullismo”, ma finché non la si prova sulla propria pelle non è facile capire quanto sia il dolore, il disagio emotivo e la debolezza che una persona sente addosso, piano piano sempre di più. La sensazione di inadeguatezza e le risate cattive dopo un po’ non più tollerabili, sfociano in insicurezze profonde, ansia e isolamento. Samuele Carrino, l’attore del protagonista quindicenne Andrea Spezzacatena, ha saputo immedesimare tutto il pubblico nel suo personaggio, sensibilizzando incredibilmente su uno dei temi più attuali in Italia e nel mondo.
La trama. Andrea Spezzacatena ha 13 anni ed è un adolescente altruista, sereno e sensibile, figlio di genitori separati. Per questa cosa lui soffre, ma cerca di nasconderlo. Legge molto e si cura delle persone che ama. Frequenta il liceo musicale a Reggio Calabria, dove si riesce ad ambientare discretamente, trovando un’amica, Sara, insieme alla quale scherza e va al cinema. Un giorno nella sua vita compare Christian, un compagno di classe che si mostra inizialmente suo amico, invitandolo a casa sua a giocare ai videogame e a fare i compiti, ma che si rivelerà una presenza tossica. Infatti, dopo un certo tempo si mostra indifferente ad Andrea, che viene continuamente usato e umiliato, gradualmente sempre di più, fino a quando le azioni di Christian non sfociano in vero e proprio bullismo e cyberbullismo. Il pretesto iniziale delle costanti prevaricazioni sono stati dei pantaloni rosa regalati dalla madre, inizialmente rossi ma scoloriti in lavatrice, che Andrea aveva indossato un giorno a scuola (da ciò deriva il titolo del film). Il protagonista, stanco di subire, finirà per compiere l’atto più estremo, decidendo di porre fine alla sua sofferenza, da molti purtroppo non considerata o notata.
Il film è tratto da una storia vera: Andrea infatti si tolse la vita il 20 novembre 2012 ed è stato il primo caso noto di suicidio a causa del bullismo. È triste e deludente pensare che per far notare una così presente problematica sociale debba andarsene un ragazzo innocente, compiendo un atto estremo come suicidarsi. Non sono mancati oltretutto commenti omofobi e discriminatori all’entrata di alcuni cinema nei confronti del film, perché se da una parte la storia di Andrea ha avuto un effetto positivo sulla critica, dall’altra ha suscitato un inaccettabile disprezzo e noncuranza per i temi trattati.
La madre di Andrea, Teresa Manes, interpretata nel film da Claudia Pandolfi, ha rilasciato un’intervista recente nella quale parla delle sue impressioni sul film e dei progetti personali che ha messo in atto dopo la morte del figlio. Ha infatti scritto un libro sulla tragedia che ha colpito la sua vita, proponendolo nelle scuole di tutta Italia e partecipando al red carpet del Festival del Cinema per il suo significante lavoro.
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