Il caso PDiddy: uno scandalo che scuote l’industria musicale e il muro dell’omertà

L’arresto del celebre rapper statunitense Sean “P. Diddy” Combs ha acceso i riflettori su uno dei più grandi scandali dell’industria moderna: accusato di traffico sessuale, abusi su minorenni, stupri di gruppo e coercizione; il produttore si trova al centro di un’indagine che non minaccia solo di rovinare per sempre la sua carriera ma anche quella molti altri suoi colleghi.
Le accuse, molte delle quali risalgono a decenni fa, parlano di comportamenti
molesti durante le sue celebri feste private note come “Freak Off” organizzate dallo stesso Combs e frequentate da personaggi rinomati non solo nell’industria musicale ma anche cinematografica.
Queste feste erano palcoscenico di atti criminali, come violenza sessuale, utilizzo di droghe e molto alto ancora, fino ad oggi oltre 120 persone hanno sporto denuncia e molte, oltre alle terribili vicende raccontate, sostengono di essere state ricattate e costrette al silenzio per mantenere la loro incolumità.
Ritornando a prima, questo caso non riguarda solo P. Diddy, ma le vittime
denunciano anche del clima di estrema omertà da parte di tutte le celebrity
partecipanti o no agli abusi, tutte consapevoli delle attività del rapper, scegliendo di non esporsi.
Dopo l’arresto di Combs, nel settembre 2024, diverse star sono state nominate come frequentatrici abituali dei suoi eventi, da Justin Bieber a Beyoncé, non è ancora chiaro il ruolo effettivo di essi ma solo il fatto che quest’ultimi partecipassero ha sollecitato grandi polemiche e sconcerto.
Come già accaduto con il movimento attivista #MeToo, questo caso potrebbe creare effetto domino scoperchiando un vero e proprio “vaso di Pandora”.
Il rapper Sean Combs, intanto, si è dichiarato innocente e rimane in detenzione provvisoria, tenendo con il fiato sospeso il resto dell’impresa musicale.


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