Dibattito #2 – Capire la Gestazione Per Altri: tra etica e diritto

Lo scorso mercoledì, il 20 novembre, il nostro gruppo si è notevolmente ampliato, giusto in tempo per affrontare una questione particolarmente complicata e controversa: la Gestazione Per Altri.

Chiamata anche gestazione per altre persone, gestazione per terzi, maternità surrogata, utero surrogato, utero in affitto, questa pratica ha molti nomi che si differenziano in termini denotativi (come “gestazione per altri” che semplicemente descrive il fenomeno) e connotativi (ad esempio “utero in affitto”, che dà una connotazione negativa).

Abbiamo deciso di parlarne perché il mese scorso è stato approvato il disegno di legge proposto da Fratelli d’Italia nel 2022 – in piena campagna elettorale – che la rende “reato universale”. Nel nostro Paese la GPA è illegale dal 2004 ma in seguito all’approvazione di questo ddl i cittadini italiani sono punibili con ingenti multe o carcere anche se la effettuano all’estero, perfino se in paesi in cui è legale. A ben guardare, però, giuridicamente il termine “reato universale” non esiste: esistono reati punibili secondo giurisdizione universale, come crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidi. Ci sono solo due articoli del Codice Penale italiano che riguardano reati punibili anche se commessi all’estero; si riferiscono a reati contro lo Stato, contraffazioni e falsificazioni di sigilli e monete e delitti commessi da pubblico ufficiale. Insomma, la GPA non ha nulla a che vedere né con essi né con genocidi e crimini di guerra. Inoltre utilizzare un termine che a livello giuridico non esiste è una scelta retorica estremamente d’effetto sui cittadini non informati. Ci siamo posti l’interrogativo: “Spetta ai politici non sfruttare l’ignoranza dei cittadini o è compito dei cittadini informarsi?”

Tra gli aspetti che abbiamo analizzato c’è quello di chi sono i soggetti che fanno ricorso alla gestazione per terzi. Verrebbe da pensare che siano in maggioranza coppie omosessuali; invece i dati testimoniano l’opposto: sono soprattutto coppie eterosessuali in cui la donna, per motivi medici (ad esempio l’infertilità, la nascita senza utero o l’asportazione di esso) non può avere figli biologicamente. Anche in seguito al nuovo divieto, le coppie eterosessuali in Italia potranno comunque avere figli in altri modi, ad esempio tramite l’adozione o la PMA (procreazione medicalmente assistita), mentre quelle omosessuali si troveranno ulteriormente svantaggiate poiché nel nostro Paese non possono né adottare né ricorrere alla PMA.

Un’altra componente su cui ci siamo soffermati è quella ideologica. Ci siamo chiesti, senza ottenere una risposta certa, se questa legge è stata promulgata per preservare la cosiddetta “famiglia tradizionale” oppure, come è stato detto dai politici, per rispettare il corpo femminile e per evitare un mercato di esseri umani.

Infatti la gestazione per altri rischia di diventare una pratica degradante nei confronti della donna, mercificando il suo corpo e considerandolo un mero strumento da riproduzione. A questo proposito occorre distinguere due tipi di GPA: quella a scopo commerciale, ovvero retribuita, e quella a scopo altruistico o solidale, la quale prevede che vengano rimborsate esclusivamente le spese necessarie alla gravidanza. Indubbiamente quella commerciale, soprattutto nei paesi poveri, è fonte di svariati problemi tra i quali spicca la povertà di alcune donne che si sottopongono a numerose gravidanze di fila, tra l’altro in scarse condizioni igieniche, per guadagnare soldi. Nel momento in cui, però, una donna voglia rendersi disponibile a tenere in grembo un bimbo per altre persone a scopo altruistico, ciò che è degradante è dubitare della sua volontà e lasciar decidere ad altre persone cosa fare del proprio corpo.

Un’altra distinzione esistente è quella tra GPA tradizionale e gestazionale; nella prima l’ovulo fecondato appartiene alla gestante, nella seconda alla madre intenzionale o ad una terza donna. Questo ci ha portato a riflettere sul fatto che nella società occidentale diamo molta importanza ai legami genetici e questo potrebbe essere uno dei motivi che spinge una coppia eterosessuale a rivolgersi alla gestazione per altri o alla PMA invece che all’adozione.

Alla luce del fatto che rendere qualcosa illegale spesso non significa che il fenomeno sparisca del tutto ma, anzi, che si verifichi illegalmente, all’incontro di mercoledì qualcuno sosteneva che rendere la GPA “reato universale” non faccia altro che implementarne la pratica di nascosto. Altri hanno ribattuto: “Ma allora rendiamo legali tutte le pratiche e le sostanze che esistono, perché già che esistono, tanto vale legalizzarle?” Abbiamo concordato che la risposta a questa domanda sia no, basti pensare a cose profondamente sbagliate che purtroppo accadono anche se illegali (come gli omicidi). Però la GPA, se regolamentata in modo da non fare torti a nessuno (per esempio regolando i rapporti tra i genitori intenzionali e la madre biologica e disponendo delle regole anche nel caso in cui la gestante decida di tenere il bambino invece di darlo ai genitori), può portare ad esiti felici. In alcuni paesi, per esempio, è legale soltanto nella forma solidale e in altri anche in quella commerciale a patto che la gestante non sia in condizioni economiche svantaggiate.

Oppure andrebbero fornite alternative. L’Italia è un Paese con un grosso problema di denatalità e sicuramente impedire ad alcune coppie di avere figli peggiora la situazione. Perciò, nel momento in cui lo Stato decida che la gestazione per altre persone sia punibile anche se effettuata all’estero, dovrebbe rendere più agibili altri modi per diventare genitori, ad esempio accorciando i processi di adozione, ad oggi lunghissimi.

In conclusione ribadiamo la complessità dell’argomento, la necessità di guardarne quanti più aspetti possibili senza fermarsi alle posizioni ideologiche e soprattutto l’importanza di informarsi per non lasciarsi ingannare dalla retorica.


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